Le malattie autoimmuni sono un gruppo di patologie in cui il sistema immunitario, che normalmente difende l’organismo da agenti esterni come virus e batteri, attacca erroneamente i tessuti sani. Questo fenomeno può colpire diversi organi e sistemi, causando infiammazione cronica e danni progressivi. Poiché i sintomi possono essere vari e sovrapporsi a quelli di altre malattie, la diagnosi può risultare complessa. In questo contesto, gli esami immunologici giocano un ruolo fondamentale nel riconoscere il “colpevole” e indirizzare il paziente verso un trattamento adeguato.

Cosa sono le malattie autoimmuni?

Le malattie autoimmuni possono essere sistemiche (colpiscono più organi e tessuti) o organo-specifiche (limitate a un singolo organo). Tra le più comuni troviamo:

  • Malattie sistemiche: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico (LES), sclerodermia, vasculiti.
  • Malattie organo-specifiche: tiroidite di Hashimoto, celiachia, diabete di tipo 1, sclerosi multipla, epatite autoimmune.

I sintomi variano in base alla malattia, ma spesso includono affaticamento, dolore articolare, febbre, eruzioni cutanee, disturbi intestinali e neurologici.

Quando sospettare una malattia autoimmune?

La presenza di sintomi persistenti, specialmente se coinvolgono più organi, deve far sospettare un’origine autoimmune. Il medico può prescrivere esami specifici per confermare la diagnosi e distinguere tra le varie condizioni.

Gli esami immunologici per identificare le malattie autoimmuni

Per individuare la malattia autoimmune responsabile dei sintomi, il medico si affida a una serie di esami del sangue, che valutano la presenza di autoanticorpi e altri marker infiammatori.

1. Anticorpi Antinucleo

Uno dei test più comuni per lo screening delle malattie autoimmuni è la ricerca degli anticorpi antinucleo (ANA). La loro presenza può indicare patologie come lupus, artrite reumatoide e sclerodermia. Se il test è positivo, ulteriori esami aiutano a identificare la malattia specifica.

2. Anticorpi specifici

A seconda della patologia sospettata, vengono richiesti test per anticorpi più mirati:

3. Markers infiammatori: VES e PCR

La VES e la Proteina C-Reattiva (PCR) sono esami che misurano il livello di infiammazione nell’organismo. Valori elevati indicano un’infiammazione in corso, comune nelle malattie autoimmuni.

4. Complemento (C3 e C4)

Il sistema del complemento è coinvolto nella risposta immunitaria. Una riduzione dei livelli di C3 e C4 è tipica del lupus e di alcune vasculiti.

5. Tipizzazione HLA

Alcune malattie autoimmuni sono associate a particolari varianti genetiche del sistema HLA come il morbo di Basedow o la spondilite anchilosante.

Diagnosi e trattamento: cosa succede dopo?

Se gli esami confermano la presenza di una malattia autoimmune, il medico specialista (reumatologo, endocrinologo, gastroenterologo, neurologo, a seconda dell’organo coinvolto) imposterà un trattamento specifico per ridurre l’infiammazione e controllare la risposta immunitaria.

Le terapie includono:

  • Farmaci antinfiammatori e immunosoppressori (corticosteroidi, metotrexato, biologici)
  • Modifiche dello stile di vita (dieta equilibrata, attività fisica, riduzione dello stress)
  • Monitoraggio regolare con esami del sangue per valutare l’efficacia della terapia e prevenire complicanze

Le malattie autoimmuni sono complesse e spesso difficili da diagnosticare. Grazie agli esami immunologici, è possibile identificare precocemente il problema e intervenire con terapie mirate. Se si sospetta una condizione autoimmune, è fondamentale rivolgersi a un medico per un percorso diagnostico adeguato e per migliorare la qualità della vita.

 

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