“Cosa stavo dicendo?”.

Capita a tutti di essere interrotti durante una conversazione e successivamente non riuscire più a riprendere il filo del discorso, oppure di recarsi in una stanza e dimenticarne il motivo. Questi episodi sono più comuni di quanto pensiamo e vengono definiti: doorway effect.

VUOTI DI MEMORIA: COS’È IL DOORWAY EFFECT

Il Doorway effect (effetto soglia) è un fenomeno che si manifesta con un blocco mentale o un errore di memoria, solitamente quando una persona o cambia ambiente o viene distratta da un evento che si inserisce in quello primario. È importante sottolineare che questo vuoto di memoria non è correlato con il declino cognitivo o con lo stress, ma si tratta di un errore dei processi attenzionali e all’ambiente circostante.

DOORWAY EFFECT: LO SPIEGA LA SCIENZA

Uno studio sull’attività elettrica del cervello pubblicato sulla rivista Nature Communications potrebbe spiegare il perché questo accade. Secondo gli studiosi il principale responsabile di questo tipo di interruzioni, sia delle azioni motorie sia del flusso di pensieri, è il nucleo subtalamico formato da neuroni che si trovano nel diencefalo. Ed è lo stesso meccanismo mentale che blocca un individuo quando si trova di fronte a piccoli ostacoli, come per esempio fermarsi se uscendo da un ascensore si trova qualcuno che aspetta di entrare. Il perché questo accada potrebbe avere radici primitive e ragioni evolutive: l’uomo primitivo, vagando nella natura e pensando alla cena, era obbligato a prestare la massima attenzione in ogni contesto in cui si trovava. La capacità di interrompere bruscamente i pensieri e ritornare alla realtà focalizzandosi sul possibile pericolo era fondamentale per la sua sopravvivenza.

VUOTI DI MEMORIA: RIPERCORRERE I PROPRI PASSI AIUTA A RICORDARE

Buona parte della memoria è legata al contesto in cui si verifica un evento, ciò significa che le persone ricordano meglio le informazioni in un ambiente che coincide o evoca quello in cui le informazioni sono state apprese. Per questo, se ci si dimentica qualcosa, ripercorrere i propri passi e tornare fisicamente nel luogo in cui la si è acquisita e poi persa, può aiutare a ricordarla.

Ad esempio, se si sta pensando a qualcosa di preciso in camera e lo si dimentica mentre si va verso il bagno, può essere utile tornare in camera. È probabile che il contesto aiuti a ritrovare l’informazione perduta. Oppure, se fisicamente non è possibile, si può cercare di immaginare quel luogo e ricordare in che modo i pensieri si siano succeduti e interconnessi tra loro, grazie alla stimolazione di idee correlate.

 

 

 

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